Rischio caldo e lavoro, con il progetto Worklimate di Inail e Cnr un sistema di previsione dello stress termico
Il ruolo della ricerca scientifica per la predisposizione di strumenti operativi di allerta e la definizione di misure di prevenzione a tutela dei lavoratori nei cantieri, particolarmente esposti agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, è stato discusso nel seminario che si è svolto presso il Conference Centre di via Quattro Novembre
ROMA, 21 Luglio 2023 – In una capitale stretta da settimane nella morsa di un clima torrido, insieme al resto dell’Italia e a quasi tutta l’Europa, il tema del rischio caldo per la salute e la sicurezza dei lavoratori dell’edilizia, uno dei settori produttivi più esposti a temperature estreme, è stato affrontato nel seminario ospitato presso il Conference Centre Inail di via Quattro Novembre, che oltre al direttore generale, Andrea Tardiola, al presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, Gugliemo Loy, e ai ricercatori dell’Istituto ha visto la partecipazione del direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi, e dei rappresentanti dei sindacati degli edili e dell’Ance, l’associazione nazionale che raggruppa le imprese dell’edilizia.
In aumento frequenza e intensità delle ondate di calore. Al centro della discussione, le iniziative promosse dall’Inail per affrontare gli effetti del cambiamento climatico, che sta determinando un aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore durante il periodo estivo. Si stima, infatti, che circa il 30% della popolazione mondiale sia attualmente esposta per almeno 20 giorni all’anno a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute, con i lavoratori, a partire da quelli che svolgono la maggior parte delle loro attività all’aperto, tra i soggetti più vulnerabili agli effetti negativi dello stress termico. Di qui la scelta dell’Istituto di investire sulle attività di ricerca scientifica per la predisposizione di strumenti operativi di allerta e la definizione di misure di gestione dei rischi.
Tardiola: “Determinante il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e datoriali”. “La discussione di questo seminario – ha sottolineato il direttore generale dell’Inail nell’intervento di apertura – è figlia del dialogo intessuto da tempo dall’Istituto con le forze economiche e sociali per fare in modo che le soluzioni sviluppate dalla ricerca siano diffuse nei cantieri e in tutti gli altri luoghi del lavoro. Questo risultato lo possiamo conseguire con l’attività di disseminazione realizzata dall’Inail in giornate come questa e con l’approccio regolatorio esercitato da governo e istituzioni, però il modo più efficace passa attraverso il patto, la relazione e il protagonismo di chi rappresenta i lavoratori e le aziende. La consapevolezza e la corretta percezione del rischio da parte dei lavoratori, delle imprese e degli operatori della sicurezza è infatti uno degli aspetti determinanti per l’efficacia delle politiche di prevenzione”.
Gli studi finanziati con i bandi Bric del 2019 e del 2022. Dopo la proiezione del cortometraggio “Il vecchio e il muro”, che sottolinea l’importanza della prevenzione attraverso la storia di un operaio che ha lavorato per anni sotto il sole nei cantieri stradali in assenza di misure di protezione adeguate, la direttrice del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail, Giovanna Tranfo, e i ricercatori Alessandro Marinaccio e Michela Bonafede hanno illustrato caratteristiche e obiettivi del progetto Worklimate, finanziato inizialmente con il bando di ricerca in collaborazione (Bric) Inail 2019 e successivamente, nella sua versione 2.0, con il bando Bric 2022.
La web app calibrata su vari scenari di esposizione. Coordinato dall’Inail e dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche, con il contributo di altri enti partner, il progetto ha sviluppato e reso disponibile un prototipo di sistema di previsione dello stress da calore per lo screening dei rischi professionali a uso di lavoratori, datori di lavoro e addetti alla salute e sicurezza aziendali, che contiene anche una sezione specifica dedicata alla previsione delle aree geografiche in cui è possibile il superamento della soglia di temperatura giornaliera di 35 gradi, con mappe di previsione a livello italiano per tre giorni. È stata inoltre realizzata una web app, destinata ai datori di lavoro e alle figure della sicurezza aziendale, che permette una completa personalizzazione del rischio caldo per varie località, calibrata sulle caratteristiche dei lavoratori e su vari scenari di esposizione.
Uno strumento di supporto alle decisioni che integra le misure esistenti. La piattaforma integrata con le ordinanze regionali e con le istruzioni dell’Inps in caso di superamento dei 35 gradi. La piattaforma Inail-Cnr deve esser considerata come uno strumento di supporto alle decisioni a integrazione delle misure già esistenti e dell’osservazione meteo-climatica fatta direttamente sul luogo di lavoro. Nello specifico, integra quanto contenuto nelle recenti ordinanze regionali “anti caldo” firmate dai presidenti delle Regioni Puglia, Basilicata e Calabria, che vietano il lavoro agricolo in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12,30 alle ore 16,00, nei giorni in cui il rischio è classificato alto dal progetto Worklimate, e le istruzioni già fornite dall’Inps per la cassa integrazione ordinaria, in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa di temperature elevate che superino la soglia dei 35 gradi.
Tra i materiali disponibili anche report settimanali e una guida per la gestione del rischio. Sul sito del progetto sono pubblicati con cadenza settimanale i report “Caldo e Lavoro”, che raccolgono le principali notizie e informazioni provenienti dagli organi di stampa nazionale e locale relative a infortuni e malori in occasione di lavoro, possibilmente correlati al caldo, e le segnalazioni di iniziative e proposte per la tutela e la salute dei lavoratori esposti a stress termico. Tra i diversi materiali messi a disposizione, è disponibile una guida per la gestione del rischio caldo che si apre con la descrizione delle patologie da calore, tra le quali rientrano i crampi, la dermatite da sudore, gli squilibri idrominerali fino al colpo di calore, che può comportare aritmie cardiache e l’innalzamento della temperatura corporea oltre i 40 gradi. Compito del datore di lavoro è individuare procedure specifiche per attuare le misure più efficaci, a partire dalla scelta di una persona che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo.
Dalle indagini emerge una diffusa sottovalutazione del problema. In questo contesto assume un ruolo centrale l’attività di formazione dei lavoratori, anche con metodologie e nuovi strumenti immersivi e partecipativi, per aumentare la consapevolezza e la conoscenza del rischio. Worklimate 2.0, in particolare, propone un sistema di rilevazione della percezione e della conoscenza del rischio caldo adattato al contesto aziendale e produttivo attraverso indagini ad hoc, che permette una maggiore efficacia nella programmazione delle misure e delle attività di prevenzione. Dalle indagini condotte finora è emersa, in particolare, una diffusa sottovalutazione del problema dello stress termico da parte dei lavoratori, soprattutto quelli più giovani. Gli studi epidemiologici, inoltre, mostrano una correlazione tra l’aumento delle temperature e l’aumento dei rischi di infortunio, che sono più frequenti nelle piccole e medie imprese rispetto a quelle più grandi.
La tavola rotonda con i rappresentati di imprese e sindacati delle costruzioni. Il tema della formazione, fondamentale per aumentare la consapevolezza del rischio caldo, è stato affrontato anche nella tavola rotonda introdotta dall’intervento del presidente del Civ Inail, Guglielmo Loy, che ha coinvolto Angelica Krystle Donati, presidente di Ance Giovani, Giulia Bartoli, della segreteria nazionale Fillea Cgil, Cristina Raghitta, segretaria nazionale Filca Cisl, e Stefano Costa, segretario nazionale Fenealuil, in una riflessione sul ruolo delle aziende e dei sindacati per la promozione degli strumenti di tutela dal rischio caldo nel settore edile.
Loy: “Dobbiamo capire come intervenire in maniera strutturata”. “Attraverso il progetto Worklimate – ha spiegato Loy – l’Istituto ha l’ambizione di promuovere una serie di interventi per gestire questo fenomeno, che è destinato ad accompagnarci per molti anni. Ci rendiamo conto che c’è la necessità di dare risposte immediate, ma bisogna anche capire come è possibile intervenire in maniera strutturata per ridurre il rischio legato al cambiamento climatico”. Per il presidente del Civ, in particolare, “bisogna tenere insieme la tutela delle persone e la sostenibilità delle imprese, considerando anche le caratteristiche soggettive dei lavoratori, come la loro età o nazionalità, e anche quelle delle aziende, perché la realtà economica e produttiva dell’edilizia non sempre ha la cultura, la forza, la sensibilità e le risorse per poter implementare le proprie funzioni previste dalla legge in maniera organica. Il tema dell’aggiornamento dei piani formativi e del documento di valutazione dei rischi è quindi profondamente attuale anche rispetto al cambiamento climatico”.
Tra le soluzioni proposte incentivi per le aziende virtuose e rimodulazione degli orari. Dalla discussione è emersa la necessità di evitare che i costi della sicurezza vadano a gravare esclusivamente sulle imprese, inserendo per esempio nella programmazione dei lavori la possibilità di fermare i cantieri senza incorrere in penali in caso di caldo estremo. Lo stesso obiettivo, inoltre, può essere raggiunto attraverso l’erogazione di incentivi alle aziende virtuose che investono nella prevenzione di questo tipo di rischio. Un altro strumento utile in questo senso, è stato sottolineato dai sindacati, è rappresentato dalla contrattazione, che deve tenere in considerazione le condizioni specifiche dei singoli cantieri, rimodulando gli orari di lavoro in funzione delle condizioni climatiche.
Caridi: “Nel 2022 raddoppiate le richieste di cassa integrazione per il fattore caldo”. Come sottolineato nell’intervento conclusivo del seminario dal direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi, “nel 2022 abbiamo avuto circa 4.800 aziende che hanno chiesto la cassa integrazione per il fattore caldo, nel 2021 erano la metà e quest’anno ci aspettiamo una forte richiesta”. I cambiamenti climatici, ha aggiunto, “sono determinanti anche per gli assetti geopolitici e sociali. L’approccio per affrontarli, quindi, non può che essere multidisciplinare e deve prevedere la disponibilità di misure strutturali. Insieme al Ministero del Lavoro, infatti, stiamo valutando strumenti innovativi che ci mettano in condizione di fornire ai lavoratori e alle imprese un sostegno immediato”. Riferendosi a Worklimate, Caridi ha anche manifestato l’intenzione di coinvolgere l’Inps nel progetto, perché “l’utilizzo delle nuove tecnologie può contribuire a fare cultura e a trovare delle soluzioni efficaci per gestire l’emergenza caldo”.
Fonte INAIL